dotJS 2016

From Paris with JS <3

5,5'
Luca Monfredo 16/12/2016 06:56
Categoria: Eventi

In MV la situazione era tesa, eravamo rimasti senza baguette per una delle nostre mitiche rooftop grill. Bisognava fare qualcosa. E velocemente. Improvviso incrocio di sguardi, intesa immediata: Parigi! Quale miglior luogo per una buona baguette fragrante? Forse un po’ fuori mano, ma ce la potevamo fare. E poi come facevamo a perderci l’appuntamento con dotJS 2016?!? Mai e poi mai. Ready set go!

Giunto alla sua quinta edizione, quest’anno dotJS si sposta nella cornice moderna e all’avanguardia del meeting center di “Les Docks de Paris” a Seine-Saint-Denis, per ospitare 1200 sviluppatori giunti da tutto il mondo per assistere ai talk sugli argomenti più caldi della stagione. Ovviamente non prima di un’ottima colazione ipercalorica a base di brioche e cioccolata.

La formula è sempre la stessa: una serie di interventi alla “TED Talks”, di 18 minuti ciascuno, con speaker scelti tra i migliori nel loro campo, che si alternano sul palco nel corso di una giornata ricca di spunti e idee da sperimentare, senza dimenticare gli spazi dedicati alle presentazioni dei partner, al networking, e alle esibizioni.

Uno dei temi chiave di questa edizione è come continuare a far evolvere la piattaforma web e tutto l’ecosistema di tecnologie che le ruotano attorno, in un momento dove la fruizione di contenuti da parte degli utenti si sta spostando sempre più verso piattaforme native (specialmente su device mobili), che garantiscono esperienze più complete ed efficaci.

E’ il momento delle progressive web apps, applicazioni in browser che sfruttano le ultime tecnologie per ottenere un comportamento e delle funzionalità del tutto simili alle esperienze offerte dalle app native. Come? Attraverso i service workers.

I service workers sono essenzialmente degli script che agiscono come proxy tra il browser e il server e che consentono di implementare direttamente nei browser tutta una serie di funzionalità asincrone (si pensi ad esempio alle notifiche push e alla sincronizzazione dei contenuti in background) che fino ad oggi erano prerogativa delle app native. Questo, come illustrato nell’intervento in apertura di Nolan Lawson, apre la strada verso una fruizione e un’esperienza web sempre più immersiva e completa, con tutti i vantaggi dello sviluppo su piattaforma web.

Naturalmente a oggi il supporto non è ancora completo, ma tutti i vendors si stanno via via allineando con la specifica. Ed è qui che entrano in gioco i vari transpiler, che consentono di uniformare e utilizzare di fatto anche le ultime innovazioni del linguaggio. Interessante l’intervento di Christophe Porteneuve sulla configurazione e l’utilizzo di Babel, che ci toglie molte curiosità su come utilizzarlo al meglio.

Anche la realtà virtuale applicata al web può trarre beneficio dai service workers. Ada Rose Edwards ci illustra come, ad esempio, è possibile utilizzarli per migliorare le performance di rete in una applicazione che utilizza le WebVR API utilizzando la tecnica del progressive enhancement e ridurre drasticamente i tempi d’attesa dovuti al caricamento delle risorse, uno degli ostacoli principali delle applicazioni VR.

Dopo un interessante e tecnicissimo talk sulla gestione della memoria nel V8 engine da parte di Fedor Indutny, andiamo a pranzo, con buona pace dei colleghi a Codroipo ancora in attesa della baguette.

Il pomeriggio è tutto dedicato alla discussione su come i vari framework front-end si stiano evolvendo nella direzione di un approccio modulare (attraverso i componenti) facendo eco a parecchi principi della programmazione funzionale, tanto da arrivare all’idea della UI vista come una pura funzione di rendering.

In questo senso apprezziamo che i maggiori player (Angular, React, Vue) si stiano dando molto da fare per rendere la vita semplice agli sviluppatori e ridurre la cosiddetta “JS fatigue”. L’obiettivo è avere dei framework che siano semplici da imparare e da utilizzare.

Il talk di Evan You svela alcuni principi di funzionamento di un framework reattivo come Vue.js, Igor Minar fa una retrospettiva dell’evoluzione di Angular dalla versione 1 alla 2. Innovativa la proposta di Guillermo Rauch, con la presentazione di Next.js, un framework minimale per applicazioni React renderizzate lato server.

Parola chiave del pomeriggio: “Universal JS“. Applicazioni che condividono la stessa base di codice sia lato server che lato front-end. Pare sia questo il trend del momento, che tra l’altro ci vede all’opera in prima persona su un progetto sviluppato proprio come applicazione isomorfica (stay tuned for updates!).

Tra una pausa caffè (in tazze da mezzo litro) e un paio di morsi alla baguette che avremmo dovuto riportare a Codroipo (oops..), ci rendiamo conto di quanto le API HTML5 non smettano mai di stupire, soprattutto per le potenzialità che sono in grado di sviluppare sul lato multimediale. Avreste mai pensato di controllare una macchina del fumo in JS? No, neanche io, ma la spettacolare esibizione del duo Sam Wray e Tim Pietrusky fa capire quanto sia possibile fare lato audio/video con JavaScript. Oltre a come sia possibile portare la nebbia della Val Padana in un centro congressi a Parigi. Cool!

I talk si susseguono serrati, inframmezzati da veloci sessioni di Q&A con gli speaker e la novità di questa edizione, i lightning talk, interventi di 4 minuti dove tutti possono partecipare e presentare le proprie idee. La sera arriva subito, e l’organizzazione ci sorprende ancora una volta con un afterparty degno di nota, ricco buffet e free beer per tutti. Qualche ora per scambiare qualche parola con nuove conoscenze e permearsi di nuove idee da sperimentare al ritorno a casa.

Ci siamo divertiti, ora non rimane altro che organizzare una bella rooftop grill nei nostri uffici!
The baguette is a lie! rooftops are not :)

Photo credits: dotConferences

Articolo di Luca Monfredo

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